Montalto di Castro, una storia di integrazione tra territorio e innovazione in una zona d'eccezione

L'impianto fotovoltaico di Montalto di Castro ha una storia tutta sua, a partire dalla sua collocazione. Sorge infatti in un pascolo della Maremma dove, a 1 km dall'impianto , si trova un recinto che ospita 500 pecore che ogni giorno pascolano nei 50 ettari di terreno dell'impianto.

Attivo dal 2022, l'impianto rappresenta un virtuoso esempio di integrazione tra il territorio e il tessuto socio-economico della zona maremmana, unito al progresso e all'innovazione delle energie rinnovabili . L' allevamento ovino , infatti, da un lato contribuisce a salvaguardare il settore primario attraverso la produzione di prodotti locali tipici della Maremma e dall'altro permette di far risparmiare energia, eliminando la necessità di Iberdrola di tagliare l'erba, mitigando anche il rischio di incendi spesso diffusi durante la stagione estiva.

L'impianto di Montalto ha una potenza totale di 23MW e copre il fabbisogno di oltre 12.000 abitazioni, contribuendo a ridurre l'emissione di 9.600 tonnellate di CO2.

L'interesse storico

L'impianto Iberdrola sorge anche in una zona di alta valenza storica e culturale. Alcune indagini archeologiche nella zona hanno portato alla luce una serie di importanti testimonianze dell'antichità risalenti all' epoca etrusca e a quella imperiale romana . Sono stati infatti ritrovati i resti di una fabbrica d'epoca repubblicana, un reticolo di assi stradali con impianti ad acqua , che assicurava già nel VI secolo il collegamento tra la costa, il villaggio di Vulci e una necropoli datata tra il VII e il VI secolo a.C., di cui è stata studiata e documentata la sepoltura meglio conservata , attribuita a una famiglia aristocratica della zona. (Nell'entroterra sono stati trovati buccheri, ceramica etrusca-corinzia importata dal mondo greco, oltre ai bronzi ).

Il contributo da parte di Iberdrola Italia durante le indagini archeologiche è stato fondamentale, in quanto, oltre alla sinergia con il team di archeologi, ha fornito tutti i mezzi e gli strumenti per gli scavi, la catalogazione, il restauro e il trasporto al museo archeologico di Vulci.